OSTEOPATIA

Osteopatia in Studio

OSTEOPATIA

Sistema di prevenzione delle patologie osteoarticolari, e non solo, che si fonda sulla Regola dell’Arteria ovvero “qualsiasi restrizione tissutale o cellulare dove non arriva il sangue è destinata ad involvere in patologia”.

In questo articolo vogliamo, partendo da un accenno di storia, cercare di spiegarvi in cosa consiste questa disciplina e cosa può fare per il nostro corpo.

Un po’ di storia dell’Osteopatia

Scopritore dell’Osteopatia è Andrew Taylor Still nato nel 1828 negli Stati Uniti, più di preciso nello stato della Virginia. Il padre era medico e lui il terzo di nove fratelli di cui quattro, compreso lui, intraprenderanno a loro volta la carriera medica (per maggiori approfondimenti clicca qui).

Still fa le prime “scoperte” dell’Osteopatia molto giovane, alla sola età di 10 anni, ma di fatto conia per la prima volta il termine nel 1885, dopo anni di pratica ed una vita costellata da difficoltà economiche e gravi lutti in famiglia, ostruito da colleghi medici, amici e dalla stessa comunità metodista cui apparteneva.

Nel 1892 fonda la prima scuola di Osteopatia denominata “The American School of Osteopathy” a Kirksville nel Missouri, ancora oggi esistente e nel 1897 lo stato del Missouri riconosce l’Osteopatia come vera e propria forma di medicina.

La diffusione in Europa

L’Osteopatia arriverà in Europa solo nel 1917 quando un allievo di Still, John Martin Littlejohn., fonderà la prima scuola in Inghilterra, “British School of Osteopathy”. Da qui l’Osteopatia si diffonderà in Francia tramite tre diversi rappresentanti: Robert Lavezzari (nel 1917), Paul Geny (nel 1951) e Denis Brookes (nel 1964).

Le due scuole, quella anglo-sassone e quella francese si differenziano per il diverso “approccio” che hanno all’Osteopatia. La scuola di origine anglo-sassone privilegia, infatti, un approccio di tipo chiropratico o strutturale, mentre quella di origine francese si osserva un prevalere del trattamento della parte fasciale.

Per quanto riguarda l’Italia, l’Osteopatia entra nel bel paese solo nel 1979 grazie ad Alain Bernard, ma la prima scuola di Osteopatia italiana viene fondata solo nel 1982 ad opera di Eddy Deforest, di origine belga, che è stato anche uno dei soci fondatore dell’Associazione Italiana di Osteopatia (per maggiori approfondimenti clicca qui).

L’Osteopatia è regolarmente riconosciuta in diversi paesi Europei ed extra-europei, come ad esempio Regno Unito, Belgio, USA, Canada ed Australia,

In Italia le istituzioni non si sono ancora allineate alle direttive dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), pertanto l’Osteopatia rientra ancora nelle discipline Bio-naturali riconosciute.

La formazione in Italia (cenni)

In Italia esistono diverse scuole in cui conseguire il titolo di Osteopata. La durata della formazione va da un minimo di 5 ad un massimo di 6 anni e sono previsti corsi a tempo pieno o “part time”.

I criteri di ammissione sono spesso determinati dalla formula scelta per la formazione.

Al corso si accompagnano ore di tirocinio che consentono agli allievi fin dal primo anno di applicare le tecniche apprese.

Al termine del percorso di studi l’allievo consegue il titolo di D.O. che non indica come erroneamente si potrebbe pensare il titolo di Doctor of Ostepathy, ma come ricavabile dai testi di Still, l’acronimo di “Dig-On”, ricercare, che si riferisce al professionista che ha completato il percorso di osteopatia non fermandosi agli step intermedi.

Approfondiamo di più il concetto di Osteopatia

L’Osteopatia si fonda su tre principi cardine:

  • Unità del corpo o dell’essere: l’individuo è sempre considerato nella sua globalità. Le parti del corpo sono tra di loro correlate ma anche la psiche pertanto solo quando il fisico e la mente sono in completa armonia, l’individuo è in equilibrio.
  • Relazione tra struttura e funzione: partendo dall’assunto che per struttura si intendono le ossa, i legamenti, i muscoli, i tendini e le fasce, bisogna ricordare che per il benessere del corpo le strutture devono avere una buona mobilità e funzionamento, In assenza di queste condizioni si creano delle disfunzioni che si riflettono sulla fisiologia del corpo, compromettendone di conseguenza lo stato di benessere. Compito dell’Osteopata è quello di eliminare le disfunzioni per ridare mobilità alle strutture e far si che il corpo torni all’armonia.
  • Auto – guarigione: l’osteopata tramite la propria opera favorisce la capacità del corpo di auto-curarsi.

Tecniche osteopatiche

L’osteopata interviene sul corpo agendo su tre piani con tecniche molto diverse:

  • manipolazione-strutturale: vicina alla Chiropratica, si basa su manovre articolatorie tramite le quali si va a ripristinare la mobilità articolare;
  • viscerale: esiste uno stretto legame tra visceri e struttura muscolo-scheletrica. Ciò fa si che una disfunzione a livello viscerale possa avere delle ripercussioni a livello di struttura scheletrica e muscolare. Facendo un esempio un mal di schiena può essere conseguenza di scarsa mobilità del fegato o dell’utero. L’osteopata trattando con tecniche specifiche i visceri va ad eliminare le aderenze dei tessuti ridonando mobilità e ripristinandone la naturale fisiologia.
  • cranio-sacrale: sono manipolazioni a livello craniale e di colonna vertebrale che agiscono sul movimento del liquido cefalorachidiano (liquor o liquido cerebrospinale).

In quali casi è possibile ricorrere all’Osteopatia?

L’intervento dell’osteopata può essere utile in numerosi casi e situazioni; di seguito ne riportiamo un piccolo elenco che non ha però pretesa di essere esaustivo:

  • patologie osteo-artocolari;
  • ernie;
  • protrusioni;
  • lesioni meniscali;
  • tendiniti;
  • borsiti;
  • distorsioni;
  • patologie traumatiche;
  • cefalee;
  • problematiche digestione;
  • uterine;
  • ernie iatali;
  • reflusso gastro-esofageo;
  • stipsi.

Salta subito all’occhio come l’Osteopatia possa essere un valido trattamento in presenza di moltissime problematiche, trattamento cui si ricorre sempre più di frequente e con ottimi risultati (per maggiori approfondimenti clicca qui).

Quanti trattamenti osteopatici sono necessari e quanto dura una seduta?

La durata di una seduta di Osteopatia non è definibile a priori in quanto il tempo necessario sarà determinato in funzione della valutazione fatta dall’Osteopata e delle problematiche del cliente giunto in studio. Per dare comunque una indicazione di massima possiamo certamente affermare che la durata minima di una seduta non è solitamente inferiore ai 20/30 minuti.

Lo stesso numero di trattamenti sarà a sua volta stabilito dall’Osteopata in accordo con il cliente, considerata la reattività del corpo e la problematica annessa.

È una spesa detraibile?

L’Agenzia delle Entrate con circolare numero 13/e del 2019 inserisce l’Osteopatia tra le spese detraibili se accompagnata da prescrizione del medico specialista.

Quanto costa un trattamento di Osteopatia?

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